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al testo di Salvatore Armando Santoro
Giuggiola (Ad Anna)
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La foto è tratta dal portale:
https://www.oggi.it/cucina/wp-content/uploads/sites/19/2014/07/giuggiole-slide-610x339.jpg Nei miei silenzi ci sei ti vedo seduta, stordita, sei stanca, invecchiata, ma sempre al tuo piano legata sui tasti fai scivolare le dita e musica s’alza, m’avvolge, mi turba, stordisce, sconvolge. Non parli, rimani in silenzio, il tuo sguardo si perde lontano anch’io scruto ma non so cosa guardi forse una spiaggia pietrosa traguardi anche tu, mi stringi la mano, tra vecchie baracche di legno oh, sì, era il nostro povero regno. E vedo i tuoi capelli imbiancati le rughe che scavano il volto, sorridi, io vedo il tuo viso d’allora ma un altro giorno già muore, scolora, su quella spiaggia l’amore ho sepolto chiedo un poco di luce al Dio che governa lui spegne sprezzante la vecchia lanterna. Nel buio inseguo i vecchi giochi di mare mi sembra di udire una voce lontana che mi rinfresca i ricordi e la mente quel complimento ritorna sovente ma un tocco m’opprime di tetra campana allungo la mano il tuo volto accarezzo un gesto usurato che più non ha prezzo. Salvatore Armando Santoro (Boccheggiano 8.1.2020 – 23,48)
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